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Press #3 Il giornale del cartolaio

Questo mese, su “Il giornale del cartolaio”, una delle riviste del gruppo Tecniche Nuove, Chiara Italia mi dedica una bellissima intervista! Eccone un estratto:

Illustratori 

Quando il Web è uno strumento di creatività 

Milanese di adozione, diplomata in Illustrazione presso l’Istituto Europeo di Design di Milano, Giuliana Donati ha creato un blog , GiocaGiocaGioca, ricco di giochi da stampare, ritagliare, incollare e colorare, dedicato a bambini molto intraprendenti….

 Chi ha detto che Internet porta a isolarsi dal mondo reale, privilegiando attività cognitive a scapito di quelle corporee materiali? 

Giuliana Donati, illustratrice che vive e lavora Milano, una vera esplosione di creatività e di idee nuove, ha ideato un blog dedicato a bambini che hanno voglia di giocare stampando, ritagliando e incollando.

Nel suo bagaglio di esperienze, molte delle quali ancora attuali, una ricca serie di collaborazioni con case editrici come Rcs Scuola, Giunti Editori, Einaudi ragazzi, Dami Editore, DeAgostini scuola, Bruno Mondadori, Caramel éditions, Edizioni S.Paolo, Arnoldo Mondadori Editore e Barron’s Educational books. Lavori per i quali usa fondamentalmente la tecnica dell’acquarello, che ha sviluppato ispirandosi ad illustratori inglesi “che sanno coniugare così bene la semplicità delle linee e l’ironia dei personaggi”: Quentin Blake, mito assoluto fra tutti, Hollie Hobbie e Helen Oxenbury; Lisbeth Zwerger, per la tecnica e la palette di colori; tra gli italiani, Antongionata Ferrari, per l’ironia, ed Elena Temporin, sua insegnante di acquarello.

Infine, ultima ma non meno importante, Giulia Orecchia: amica, ex insegnante, e socia di studio. 

Dunque un’illustratrice “vera”, che dipinge con colori, acqua e pennelli, che ama “sporcarsi le mani”, usare matite, gomme, pennarelli e colori, e che approda sulla piattaforma del web usato come strumento funzionale di creatività. 

 E’ davvero possibile conciliare tutto ciò? Pare proprio di sì, ma cominciamo dall’inizio….

Dal profumo di trementina allo IED

Giuliana comincia a disegnare da piccola, il disegno è il suo rifugio: “Abitavamo in una casa un po’ isolata e con mio fratello maschio maggiore non era facile collaborare. Giocavo quasi sempre da sola e il mio mondo confortevole era nel disegno. Disegnavo, anche per ore, terribili storie melense di giovani salvate da principi a cavallo”. Giuliana racconta delle domeniche trascorse a casa dei signori Sordelli, che abitavano al piano di sotto: lui era “pittore della domenica”, e dalle scale saliva sempre un meraviglioso profumo di trementina, che usava per diluire i colori a olio. In soffitta questo pittore aveva un sacco di materiali, e spessissimo Giuliana e suo fratello li usavano per costruire cose, colorare, montare, inchiodare. Una specie di laboratorio creativo: Das, carte veline, carta crespa, pongo, fogli, colori, cartapesta… questo c’era negli anni ’70 per passare i pomeriggi, e poco altro.

Così Giuliana cresce con la voglia di disegnare, dipingere, creare, cosa che riesce davvero a fare dopo il liceo, quando comincia a frequentare l‘Istituto Europeo di Design. Lì conosce Giulia Orecchia, con la quale attualmente divide lo studio. E una volta uscita di lì, Giuliana comincia subito a lavorare a bottega, sia da Giulia, per un breve periodo, sia, per un paio di anni da Francesca di Chiara, altra ex alunna di Giulia, ed illustratrice per l’infanzia.

Dalla scolastica, alla varia alla “Tatacristina”

Andare a bottega per un illustratore alle prime armi è fondamentale: si impara a gestire il lavoro, i clienti, a dare un taglio professionale ai propri disegni. Nel frattempo Giuliana comincia i primi lavori di illustrazione scolastica, e in dieci anni si fa le ossa. Poi nel 2004 arriva il primo lavoro di varia dalla Giunti, un libro di filastrocche di Natale, e da lì piano piano un crescendo di lavori sempre più belli, e interessanti, alternati a laboratori per bambini nelle scuole e nelle biblioteche e ad attività di animazione, come la truccabimbi: in fondo, “disegnare su un foglio o disegnare su una faccia è lo stesso”. Fino a che nasce il primo figlio, e quasi in contemporanea comincia la grande crisi dell’editoria. Poi improvvisamente piove dal cielo un’offerta di lavoro, che le fa rivolgere le attenzioni sempre più al Web.

 Da “Tata Cristina” al blog “GiocaGiocaGioca”

Un’importante offerta di lavoro arriva da un piccolo imprenditore di Parma, che inizialmente vuole che Giuliana realizzi solo alcune illustrazioni da stampare gratuitamente dal sito della sua azienda che vende materiali per stampanti e cartucce, e spera così di aumentare le visite sul suo sito di e-commerce. Poi si entusiasma al progetto e decide di aprire un blog dedicato tutto al free printables per bambini, Tata Cristina. Un’altra palestra per Giuliana che poi decide, in un momento di scarsissimo lavoro, di aprire un blog tutto suo: GiocaGiocaGioca, in italiano e in inglese: una grandissima risorsa, tanti contatti, complimenti e condivisioni, foto di genitori, maestre e professionisti del settore che usano i disegni con i bambini.

Il blog, strumento ludico e pedagogico

“Il blog nasce come uno strumento sia ludico, per genitori che hanno voglia di spendere il loro tempo giocando con i propri figli, sia pedagogico, per le maestre o i professionisti nel settore dell’infanzia”, racconta Giuliana, “e offre parecchi spunti per arricchire le lezioni frontali o sul quaderno per i bambini del primo ciclo della scuola elementare”.

Le attività proposte sono di tutti i tipi: disegni da colorare, collage da realizzare, burattini da montare, etichette per la semina delle piantine, giochi dell’oca a tema, maschere e tanto altro. Tutti pensati per essere stampati con grande facilità in formato A4, dalla propria stampante di casa! Una vetrina notevole che ha fatto girare un po’ di affari, creando una linea di prodotti venduti su Etsy.

Un‘esperienza, quella del blog, che trasforma Giuliana da esecutore di disegni in persona che ha idee, progetta e anche si autopubblica: insomma una figura completa e professionale con la quale interloquire e collaborare.

Se vi è piaciuto questo estratto potete leggere il resto dell’intervista qui!

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